Tappa 19: Fidenza-Felegara 27,2 km

Dopo una ricchissima colazione, lasciamo l’albergo e ci dirigiamo verso la periferia di Fidenza, tra bellissime villette e viali alberati a non finire.

Non solo noi siamo mattinieri, ci sorpassano spesso delle maratonete affaticate che però trovano l’energia di rivolgerci un sorriso.

Arriviamo, dopo una breve salita nel bosco, alla Pieve di Cabriolo, edificata tra il XII e il XV secolo, dove sono evidenti i segni di una festa della sera precedente.

Il percorso poi, dopo un breve tratto su una strada statale molto trafficata, si svolge su una piccola strada asfaltata, senza banchina per i pedoni, ma con scarsissimo traffico e comunque con l’erba a bordo strada ben sfalciata.

È proprio in questo tratto che si inizia a salire fino ad arrivare a circa 300 metri di altitudine e da qui inizio a vedere le ricchissime colline dell’Appennino.

È una campagna meravigliosa. Tutto è curato nei minimi particolari. Cascine ristrutturate in maniera sapiente svettano qua e là sulle colline.

L’aria che si respira è fresca e piena di profumi di fiori, fieno ed erba appena tagliata. Gli uccellini chiacchierano tra loro e in lontananza sento il richiamo della tortora. È un paesaggio idilliaco.

Arriviamo nelle vicinanze di Costa Pavese, che non attraversiamo, ma costeggiamo il suo cimitero che, noto, non ha grandi cappelle come quelle che vedevo in pianura, ma normali loculi.

Ci addentriamo ben presto in un fresco bosco su strada sterrata.

Purtroppo questa zona non ha copertura telefonica. Che piaccia o no a certi personaggi non amanti della tecnologia, è questione di sicurezza. In caso di pericolo o incidente non si può chiedere aiuto. Non si possono ricevere gli allerta meteo, così importanti proprio in questi giorni di forte bassa pressione sull’Italia del nord. Faccio presente che nei miei tanti chilometri percorsi in Spagna e Portogallo, non sono mai rimasta, non solo senza linea, ma neanche senza internet! Qui non ho nemmeno l’uso della linea telefonica.

Il sentiero continua su ripida salita e, usciti dal bosco, ci immergiamo su colline aperte su cui è da poco stato mietuto il grano.

Riprendiamo una strada asfaltata, su ripida discesa e con bellissimi panorami sulle colline.

Per un breve tratto, seguiamo un sentiero dal fondo molto segnato dai pesanti macchinari che lo percorrono regolarmente.

Si iniziano a vedere i primi calanchi del parmense. Una particolare forma di erosione delle rocce argillose e friabili.

Ovunque si scorgono contadini sui loro macchinari al lavoro nei campi.

Il profumo dell’erba medica pervade l’aria.

Arriviamo al paese di Cella di cui scorgiamo subito il campanile.

Interno della parrocchia di Cella

Ci riposiamo brevemente su una panchina all’ombra davanti alla parrocchia e approfittiamo di una fontanella, lì di fianco, per sostituire la nostra scorta d’acqua. Oggi non abbiamo incontrato né bar né negozi, avere le giuste scorte d’acqua è importantissimo.

Ripartiamo per l’ultimo faticoso tratto su strada asfaltata e sotto il sole. Arriviamo stanchi e accaldati a Medesano, dove riusciamo a mangiare qualcosa e bere una bibita fresca.

Gli ultimi chilometri si svolgono su una pista ciclo-pedonale che ci porta fino a Felegara, la nostra meta di oggi.

Alloggiamo in un bell’appartamento nel centro del paese e ceniamo nell’unico ristorante aperto, il Prosit. La cena è stata ottima.

Tortelli alle erbette e zucca

Polpo al forno su letto di patate

Zuppa inglese

Per oggi è tutto. Domani avremo una tappa impegnativa, ci avvicineremo al Passo della Cisa.

Buona notte a tutti 🤗


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