Tappa 11: Nicorvo-Mortara km 8,6

Partiamo da Nicorvo mentre pioviggina. L’aria è umida e il cielo non promette bene.

La provinciale su cui dobbiamo camminare ha sempre lo stesso problema: l’erba alta impedisce al pedone di camminare in sicurezza, ma ne usciamo ben presto.

Entriamo su un sentiero dietro ad un trattore che ha come meta uno dei campi vicini.

In lontananza scorgiamo una grande cascina in mattoni rossi.

Arrivati vicino, ci accorgiamo che anche questa è in disuso. Ha però un’interessante parte costruttiva sul lato in vista sul sentiero. È una specie di arco, sotto le stanze delle mondine, che lascia scorrere sotto di sé il canale di irrigazione.

La pioggia aumenta, in lontananza si sentono tuoni e le mie app mi inondano di allerta. Camminiamo in silenzio, il temporale, pensiamo, dovrebbe allontanarsi senza darci problemi. E così è stato. Solo gli scarponi e le ghette ne hanno risentito.

Usciti dal sentiero che ci ha fatto attraversare vaste risaie e campi di mais,

sbuchiamo sull’asfalto di fianco al santuario della Madonna del Campo, in bello stile gotico-lombardo, e spunta un pallido sole.

Vediamo una fontanella proprio sulla piazzetta del Santuario e ne approfittiamo per toglierci il fango da scarponi e ghette.

Felici di esserci ripuliti, ripartiamo e in poco tempo arriviamo al passaggio a livello che ci fa entrare a Mortara.

Di fianco alla ferrovia c’è ancora, fatiscente ed in stato di abbandono, la casa del capostazione.

Detesto le periferie abbandonate al loro destino per colpa di amministrazioni incapaci. E purtroppo ne vedo tante in questo cammino! La periferia di Mortara non è un’eccezione. Erbacce, graffiti ovunque, costruzioni fatiscenti deturpano il panorama che ci accoglie.

In compenso, ha una caratteristica estremamente piacevole: è costante un meraviglioso profumo di fiori di pitosforo, ma non ne vedo uno intorno a me. Li ho cercati con lo sguardo nei giardini nascosti, ma non ne ho visti. Mi rimarrà la curiosità di sapere che fiori siano e dove siano. Tutt’ora, mentre sono in camera, ne sento il profumo.

Arrivati molto presto al nostro alloggio di oggi, il B&B “l’Antica Corte Lombarda”, siamo stati accolti con tanta gentilezza e disponibilità, visto il grande anticipo del check-in, dal proprietario, un musicista che si dedica anche ad attività di volontariato nell’associazione della Via Francigena della Lomellina. Ci spiega che il maggior problema in questa zona della Francigena è la carenza di strutture ricettive e non possiamo che confermare le sue parole. È solo grazie alla nostra esperienza che finora non siamo rimasti senza alloggio, ma alcuni dei pellegrini incontrati hanno avuto problemi a trovarne.

Dopo esserci riposati, siamo usciti, diretti verso il ristorante Roma, suggerito dal proprietario del B&B. È stata un’ottimo consiglio:

Gnocchi al ragù

Baccalà fritto e patatine

Abbiamo poi fatto un giro turistico nel centro storico di Mortara, la capitale della Lomellina. Città fondata dai Celti nel VII secolo a. C., ma senza segni di quel passato. L’aspetto odierno è tipico del periodo ottocentesco. Ne sono un esempio il teatro e il palazzo comunale.

Teatro

Palazzo comunale

La bella basilica di San Lorenzo è in stile gotico-lombardo:

Qualche scorcio della cittadina:

Chiesa di Santa Croce

Chiesa di Santa Croce

Una curiosa collezione di antichi ferri da stiro

La serata si è conclusa piacevolmente, sempre su consiglio del proprietario del B&B, nel ristorante Santa Lucia.

Misto di salumi, compreso il salame d’oca di Mortara IGP, e gnocco fritto.

Fritto misto di pesce

Millefoglie

Per oggi è tutto.

Buona notte 🤗!


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