Tappa 10: Vercelli-Nicorvo 23,8 km

Lasciamo la bella Vercelli con il cielo velato.

Attraversiamo il grande fiume Sesia di cui mi impressiona la vastità del suo letto.

Dopo poco usciamo dalla provinciale e ci tuffiamo nella campagna. Il profumo di stallatico non lascia dubbi sull’attività che si svolge nelle vicinanze.

Si sentono cani abbaiare da ogni direzione, ma non li vediamo; evidentemente però loro vedono noi.

Qui i panorami sono meno estesi di ieri, gli alberi che dividono le proprietà fanno da barriera allo sguardo.

Incontriamo spesso, anche oggi, cascine abbandonate, un tempo abitate dai contadini che oggi vengono sostituiti dai macchinari.

Ad una svolta del percorso, una vecchietta è curva sul suo orto di fianco a noi e proprio lì troviamo questo cartello:

La carrareccia sale su un dosso artificiale che corre sopraelevato sulle risaie regalandoci bei panorami sui campi. Proprio mentre passiamo, l’acqua sta entrando nella risaia, probabilmente la regolazione del livello dell’acqua viene effettuata automaticamente.

Sul ciglio della strada innumerevoli fiori di campo accompagnano il nostro cammino, papaveri, borragine, tarassaco, verbasco e tanti altri, un’erboristeria a cielo aperto.

Ogni tanto le risaie son inframezzate da campi di mais o grano.

Fino a Palestro la carrareccia corre sull’argine sinistro del fiume Sesia che scorgiamo in lontananza.

Proprio nel punto in cui il fiume è più vicino a noi, lasciamo il Piemonte ed entriamo in Lombardia.

Il fiume Sesia in lontananza

Oltrepassiamo il cartello che ci indica l’ingresso in Palestro, lo scorgiamo in lontananza con la sua bella torre merlata dei Visconti e il campanile di San Martino.

In origine, la nostra tappa doveva finire qui a Palestro e avremmo dovuto alloggiare proprio nella residenza della torre dei Visconti, un bellissimo B&B. Purtroppo, per overbooking, Ambra, la proprietaria della residenza, ci ha dovuti indirizzare verso Nicorvo, presso l’abitazione di una sua amica. Speriamo, una volta a Palestro, di poter almeno mettere il timbro sulle nostre credenziali e magari prendere un caffè nella bella residenza di Ambra.

Le nostre speranze non sono state deluse. La gentilissima Ambra, insieme al marito ed al loro bel bambino, ci hanno accolti con tanta simpatia, offrendoci caffè, acqua, bibite e una piacevole chiacchierata. Abbiamo così potuto sapere delle loro pene per poter ottenere dei miseri fondi dall’Europa. Tutto è difficile, ma soprattutto riuscire ad avere un dialogo con i politici locali che sono sempre indietro rispetto a quello che accade nel mondo, non si aggiornano e non conoscono i meccanismi burocratici per accedere ai fondi europei. Ambra ha tante belle idee, ha talento, è motivata, ma non ha supporto da chi dovrebbe dargliene.

Mostrandoci la bella torre dei Visconti, ci racconta della storia di Palestro e di come sia facile ancora oggi, nei campi intorno al paese, trovare i resti della battaglia del 1859.

All’uscita da Palestro decidiamo, visto lo scarso traffico della domenica, di fare la strada provinciale che accorcerà la tappa di oggi di un paio di chilometri. Lo spazio per i pedoni è ridotto al minimo, ma solo a causa del fatto che non viene sfalciata l’erba sul ciglio della strada.

Poche le macchine, qualche ciclista della domenica e nessun passante. Incontriamo però i contadini impegnati nei campi coi loro enormi macchinari.

L’ingresso a Robbio è attraverso la zona industriale, non certo una meraviglia.

Lasciata la zona industriale iniziano subito le villette e, come per magia, appare un assonnato bar. Ai tavolini, all’ombra del portico, due o tre avventori pensionati si scambiano battute davanti ad un bicchier di vinello bianco fresco.

Tolti gli zaini, ci sediamo anche noi sotto il portico ed ordiniamo pane e salame.

Mancano solo sei chilometri alla meta di oggi. Ci rimettiamo in cammino e prima di uscire dal paese incontriamo la piccola chiesa di San Pietro in stile romanico con begli affreschi al suo interno.

Le risaie continuano fino a Nicorvo. L’unica cosa che interrompe la continuità del paesaggio è un centro di riciclaggio materiali e depuratore sulla nostra sinistra. Sempre a sinistra, l’immancabile canale che scorre lento, la Roggia di Crotta. Il caldo è opprimente perché questo punto non è arieggiato. Beviamo, anche se sappiamo per esperienza che in queste condizioni l’acqua non disseta.

Stringiamo i denti e facciamo gli ultimi quattro chilometri. Ultimi chilometri accompagnati dal vai e vieni di diversi trattori che trasportano le balle di fieno da un campo ad una cascina. Noi siamo in mezzo e ogni volta che un trattore passa, nonostante rallenti, veniamo investiti da una nuvola di polvere che si solleva dalla carrareccia.

Due chilometri prima di arrivare a Nicorvo dobbiamo fermarci ad un passaggio livello, ne approfittiamo per riposarci appoggiati ad un albero e fotografare il treno che passa, stanco anche lui, sembra!

L’ingresso in paese è poco dopo il ponte sul torrente Agogna, affluente del Po.

Arriviamo esausti e sudati, ma la signora Maria Grazia, proprietaria della confortevole casa che oggi ci ospita, è per strada ad aspettarci ed accoglierci con tanta disponibilità e simpatia e noi già ci sentiamo meglio.

Dopo la solita doccia, bucato e relax usciamo per mettere il timbro sulle credenziali. La chiesetta di Nicorvo, Santuario della Madonna del Patrocinio, è aperta e facilmente troviamo il timbro e il tampone.

Concludiamo felicemente con una super pizza, birra e dolcetto nel bello e unico locale della zona: lo Sherwood Pub.

Pizza capricciosa

Profiteroles

Anche per stanotte è tutto.

Vi saluto. 🤗


Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s