Ha piovuto tutta la notte. Lo so perché ho potuto contare i rintocchi del campanile fino alle 4, poi mi sono addormentata, ma alle 6:30, al risveglio (con gli uccellini, ricordate?) pioveva ancora.
Con enorme fortuna, alla nostra partenza non pioveva più e siamo arrivati asciutti alla meta di oggi, Verrès.
Il cielo alla partenza, sullo sfondo il castello di Châtillon.
Per evitare di inzaccherarci, abbiamo deciso di percorrere il sentiero più a valle, che è spesso asfaltato e più asciutto. Qui si incontrano paesini rurali in cui la sola presenza di cani alla catena, che abbaiano ai rari passanti, fa immaginare che i loro padroni siano sui campi a lavorare.
Ogni casa ha il suo orticello e il suo frutteto e spesso, da dietro una siepe o un albero, fa capolino una vecchietta che è intenta a raccogliere i frutti o le verdure. È l’occasione per noi di scambiare un sorriso o magari una breve chiacchierata.
L’acqua è una presenza costante in Valle D’Aosta. Può essere un timido ruscello, un rabbioso torrente, un fiume impetuoso o un rilassante “Ru” (i canali di irrigazione) che con il suo scorrere pigro e costante accompagna piacevolmente il cammino.
Un “Ru” al centro del sentiero. Sotto la grata scorre l’acqua di irrigazione.
Un rabbioso torrente
L’impetuoso torrente Evançon a Verrès.
La Dora Baltea, il fiume che raccoglie tutte le acque che scendono dalle cime valdostane. Qui, a destra, si vede l’impianto idroelettrico.
L’attraversamento della cittadina di Saint Vincent, famosa per il suo Casinò e le terme, ci ha dato la possibilità di comprare della pizza locale e delle banane per evitare il digiuno forzato come ci è accaduto ieri.
Sullo sfondo il Casinò
L’elegante edificio Liberty delle Terme
L’ottima pizza acquistata a Saint Vincent.
La seconda parte della tappa è stata dura, tra salite mozzafiato e discese a rompicollo, il tutto “condito” con l’umidità della giornata che ha reso scivoloso il fondo del sentiero, spesso fatto di grosse pietre o ciottoli instabili. A tutto questo si aggiunga il cielo cupo, carico di pioggia.
L’ultima parte del sentiero è su una roccia quasi verticale alle spalle del paesino di Torille a cui si accede tramite una mulattiera ripidissima che spezza ginocchia e caviglie e mette a dura prova anche i più allenati.
Il paesino di Torille visto poco prima di scendere dalla mulattiera.
Arrivati a Torille, ci si immette su un marciapiede ben tenuto, di fianco alla statale che porta a Verrès.
Alloggiamo presso la “Maison Vittoria”, un’intera casa gestita simpaticamente da Julien, proprietario premuroso e disponibile.
Per oggi è tutto, vi auguro una buona notte!
P.s.: WordPress mi ha cancellato il draft di oggi quando l’avevo quasi terminato. Ho dovuto riscriverlo daccapo. Avrei pianto, ma ho capito che non sarebbe servito a nulla. Ho ricominciato a scrivere e pian pianino ho finito.