Tappa 15: Miradolo Terme-Orio Litta 13,4 km.

Ha piovuto tutta la notte e ancora pioviggina, mentre usciamo in tenuta da pioggia.

La chiesa di Miradolo è aperta, ma la perpetua sta finendo di lavare il pavimento e, per non danneggiare il suo meticoloso lavoro, preferiamo salutarla e non entrare.

Lasciamo il paese e ci mettiamo subito su una bella pista ciclabile che porta a Camporinaldo.

A sinistra, la collina di San Colombano si erge solitaria sulla pianura.

Chiesa di Camporinaldo

Camporinaldo

Lasciata Camporinaldo entriamo subito in un sentiero circondato da campi di camomilla. La meraviglia è tanta e il profumo che emettono è intenso.

Il sentiero è molto infangato e siamo costretti a fare salti di qua e di là per cercare di inzaccherare il meno possibile gli scarponi e le ghette.

Alle coordinate “45.158322, 9.477252” le insegne sono lacunose. Una freccia che indica di svoltare a destra, posta su un albero, è nascosta dalla vegetazione e sbiadita. Proseguiamo dritto per un tratto, finché capiamo che siamo sulla via sbagliata perché davanti a noi ci sono solo rovi. Fortunatamente ho le tracce memorizzate e riesco in breve tempo a mettermi sulla giusta via.

Ritroviamo il sentiero e dopo poco iniziamo a scorgere le torri del Castello di Chignolo, bella dimora patrizia del settecento.

Proseguiamo su un lungo rettilineo fino a Lambrinia.

Superiamo campi di mais, grano e soia.

Come sempre, quando ci si avvicina ad un paese, si scorge prima la torre campanaria della chiesa e poi l’importante cimitero.

L’ingresso a Lambrinia è su un lungo viale che termina davanti alla bella chiesa in stile romanico lombardo.

Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Lambrinia

Belle siepi colorate e profumate a Lambrinia

Poco prima di attraversare il fiume Lambro, inizia a piovere forte, ma il leggero ombrellino che ho portato nello zaino, è sufficiente a ripararmi senza che debba indossare la scomoda mantella.

Giusto in tempo per aspettare che spiova, troviamo un bar coi soliti pensionati arzilli con cui Gianfranco, buontempone come loro, intavola un’allegra conversazione incentrata sull’Inter.

Mentre mi godo il mio toast e una fresca bibita,

sento alle mie spalle un ticchettio sull’asfalto. Mi giro per capire chi sia e vedo due pellegrini che camminano di gran lena e scompaiono velocemente dietro l’angolo, diretti al ponte sul fiume Lambro.

Dopo una mezz’oretta di allegre risate, ripartiamo alla volta del ponte sul fiume. È un sollievo vedere che l’attraversamento del ponte è reso sicuro per i pedoni, prima con un sentiero e poi un marciapiedi.

Sul ponte, un cartello avvisa che stiamo lasciando la provincia di Milano per entrare in quella di Lodi.

Il ponte sul fiume Lambro

Percorriamo l’ultimo tratto su un’alzaia nell’area golenale del Lambro, ben battuta

e con i primi segni della Francigena incastonati nel sentiero.

Il sentiero scende dall’alzaia e in poco tempo arriviamo a Orio Litta che ci accoglie al suono dei rintocchi del campanile.

Stradina di Orio Litta

Alloggiamo presso la “Grangia Benedettina”, un bell’edificio in stile medievale, completamente ristrutturato.

La Grangia Benedettina, la nostra stanza è nella torre a destra.

Ceniamo all’Osteria della Corona.

Un locale tipico in cui sembra di tornare indietro nel tempo.

Bella, la cagnolina di Renato

La giovialità di Renato, il proprietario e la gentilezza di sua moglie, la cui cucina ricorda quella dei tempi passati, ci fa trascorrere una piacevole serata insieme ad alcuni amici venuti a trovarci e…ai pellegrini “ticchettanti” che avevo intravvisto poco prima, una coppia di tedeschi.

E anche per oggi è tutto.

Buona notte a tutti.

P.s.: Ho dovuto pubblicare questa tappa oggi, sabato 9, perché non avevo linea a sufficienza per caricare il blog.


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