Partiamo poco dopo l’alba, oggi sarà una tappa lunga. Il sole splende e ne approfittiamo per fare qualche foto della bella Pavia.
Attraversiamo il naviglio Pavese e subito ci troviamo nella periferia della città.
Il profumo dei tigli accompagna l’inizio della nostra giornata, sono tutti in fila in lunghi viali alberati. Il traffico in entrata in città è molto intenso.
Percorriamo un tratto molto pericoloso di strada provinciale. Le macchine e i TIR sfrecciano e non c’è spazio per i pedoni perché le erbe infestanti invadono tutta la banchina. Fortunatamente, arrivati a Motta San Damiano, possiamo svoltare a sud e camminare su una strada con marciapiedi fino a San Leonardo dove mi rassereno alla vista di migliaia di papaveri.
È presto, ma il caldo si fa già sentire. Ogni cinque chilometri ci fermiamo per non più di cinque minuti, ci togliamo lo zaino e beviamo. Cerchiamo di farlo con regolarità perché ci evita lo spossamento dell’eccessivo camminare.
È utile soprattutto quando le tappe sono molto lunghe come oggi.
Arriviamo a San Giacomo della Cerreta, edificio che nelle forme attuali risale al ‘400. Purtroppo la troviamo chiusa e possiamo solo accontentarci di ammirarne l’esterno.
Arrivo a Santa Margherita, piccolo paesino con una chiesetta altrettanto piccola. Qui, vista l’assenza d’ombra per strada, decido di riposarmi in chiesa. Rimango lì, a meditare, al fresco.
Riprendiamo a camminare sull’asfalto rovente. Oggi non ci sono i bei canali a rinfrescare il nostro cammino, sono lontani dall’asfalto.
A Belgioioso rimaniamo colpiti dalla bellezza del suo castello. È un grande edificio risalente al XIV secolo, fondato dai Visconti.
Del XIV secolo è anche la chiesa di San Michele che troviamo aperta.
Attraversiamo il fiume Olona
A Corteolona facciamo una pausa per rifocillarci e riprendere fiato. Scegliamo un bar-ristorante troppo affollato perché possiamo ricevere le giuste attenzioni. Il caffè lo prenderò in un bar più avanti, non affollato.
Dobbiamo percorrere un altro tratto di provinciale, ma con la banchina un po’ più libera.
Finalmente arriviamo a Santa Cristina con la sua bella chiesa.
Da qui in poi non avremo più asfalto, ma solo una sabbiosa carrareccia.
Quasi si può tirare un sospiro di sollievo per essere riusciti ad arrivare fin qui.
Appena usciti dal paese, si scorge una risaia inondata che riflette il cielo, la sua visione immediatamente rasserena l’animo.
Attraversando l’alzaia di fianco alla risaia si sente un bel venticello fresco di cui avevamo certamente bisogno dopo l’estrema calura dei chilometri passati.
L’ultimo tratto è su una carrareccia assolata e sotto la canicola. Ogni tanto l’ombra di qualche grande albero dà sollievo.
Ad un paio di chilometri dall’arrivo, all’interno di un pioppeto, troviamo in terra diversi grandi rami che ostruiscono parzialmente il sentiero, probabilmente spezzati dalla furia di qualche temporale passato.
Arriviamo stanchi, ma contenti, alla meta. Ci rinfreschiamo velocemente ed usciamo per andare in un ristorante consigliato dalla proprietaria del B&B dove alloggiano.
Per oggi è tutto.
Buona notte a tutti.