Day 24: Tui-Cesantes 40.3 km

Day 24_22 giugno 2016
Tui-Cesantes
Km. 40,3
Km. percorsi 573,2

Partenza all’alba con il sacchetto colazione che la gentile proprietaria dell’albergo ci ha confezionato con cura la sera prima. Ci sono tanti pacchettini sorpresa, non sappiamo cosa ci sia dentro. Quando sentiremo fame, troveremo un posto dove sederci all’ombra di qualche albero e scopriremo cosa contiene il nostro sacchetto.

Il Portogallo ci manca già. Ne sentiamo nostalgia. Mi sembra di provare quel sentimento di chi dà l’addio a qualcuno e dopo la separazione ha l’impressione di non avergli detto tutto. Io ho l’impressione di non aver osservato abbastanza.

Il Portogallo è una piacevole sorpresa. I suoi amministratori gestiscono la cosa pubblica con eccellenza e i portoghesi ne hanno grande rispetto. Cinquecento chilometri a piedi, percorrendo anche tratti fuori mano, mi hanno dato la possibilità di vedere e osservare tanto di questo paese e di apprezzarlo e stimarlo e anche di stupirmi. È stata un’esperienza indimenticabile.

Iniziamo la tappa di oggi (la prima in Spagna), non più su strade perfettamente lastricate, ma su strade “normali”, cioè in asfalto e, occasionalmente, con marciapiedi. Il verde è curato, ma non troppo; le erbacce vengono tolte, ma non sempre; i marciapiedi, se ci sono, spesso sono irregolari; l’asfalto ha buche. È una normalità di quasi tutte le città del mondo.

Attraversiamo diverse volte viadotti, autostrade e strade ad alto traffico. Il panorama è noioso e ripetitivo: periferia urbana.

Andiamo a passo spedito per cercare di fare più chilometri possibili al fresco della mattina.

Entriamo in un bosco fitto di querce, con sentiero ampio di terra battuta e poco dopo attraversiamo il puente das Febres che ricorda San Telmo (patrono di Tui) qui ammalatosi di febbre altissima nel 1251. Fu poi portato a Tui dove morì.

A circa 18 chilometri dalla partenza, arriviamo a O Porriño attraverso un sentiero che fiancheggia il rio Louro. Il sentiero si svolge in un bel bosco di querce, frassini, salici, ontani e chissà quanti altri alberi che non ho riconosciuto. Qui si incontrano molte persone che fanno jogging o passeggiano. Al primo bar aperto, ci godiamo una meritata colazione e un po’ di riposo.

Nella seconda metà della lunga tappa, ci aspetta una lunga e assolata salita fino a Santiaguiño das Altas dove troviamo un antico miliario romano.

Inizia ora la discesa fino a Redondela. Si svolge tra asfalto e terra battuta attraversando paesini e boschi. Arriviamo accaldati e stanchi, ma con energie sufficienti per salire le scale fino all’Iglesia de Santiago con la famosa scultura del santo Matamoro sul tetto.

Troviamo un bar dove rifocillarci, riposarci e ripartire per gli ultimi tre chilometri e mezzo.

La tappa è stata lunghissima e, a tratti, noiosa, ma siamo felici di aver portato a termine un’impresa. È stata la tappa più lunga della nostra esperienza giacobea.
La stanza dove alloggiamo stasera ha un bellissimo panorama sullo stretto di Rande e sull’omonimo ponte ultimato nel 1978 su progetto dell’italiano Francesco Miranda.

Ceniamo con diverse specialità locali tra cui le “seppie alla gallega”, un ottimo piatto a base di seppie cucinate col nero e l’osso, una vera delizia.

Domani, tappa tranquilla. Partiremo con comodo.


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