7 giugno 2016
Alvaiázere-Vale Florido
Km. 31
Tip di oggi:
Il sole è forte, portarsi quindi indumenti molto leggeri, larghi e che coprano bene, evitando così pericolose scottature. Berretto a larghe tese.
Dopo una ricca colazione, partiamo in una bellissima giornata di sole. Il cielo è di un blu intenso.
La chiesa è aperta ed entriamo per visitarla. Troviamo il settimo pellegrino dalla partenza da Lisbona. È seduto, lo vedo solo di spalle, ma la conchiglia appesa allo zaino, non lascia dubbi: va a Santiago. Lo incontrerò dI nuovo da qualche parte.
Il nome della cittadina che ci ha ospitato, Alvaiázere, deriva dall’arabo “Al-Baiaz” e significa “il falconiere”. È evidente, da molti nomi portoghesi, che i trecento e più anni di invasione araba (dal 711 al 1064) hanno lasciato il segno.
È un’antica cittadina, pulitissima e molto ordinata.
La strada è ben segnalata. Ci incamminiamo subito in una vallata stretta, con fitta vegetazione e belle villette qua e là, nascoste nel verde.
Incrocio una anziana signora tutta vestita di nero, andatura sostenuta e falce in spalla, che evidentemente sta andando a lavorare nei campi.
Si sale fino al punto più alto del cammino portoghese, a Vendas, 467 metri di altitudine. Attraversiamo una stupenda piantagione di eucalipti. Se ne vedono di tutte le età, dai più giovani, con le loro foglie argentee, ai più vecchi, slanciati e imponenti. In lontananza si sente il rumore delle motoseghe che abbattono gli alberi più vecchi per far spazio a nuove piantagioni.
Iniziamo a scendere e la vista si apre sulla regione del Leiria in cui siamo entrati. Il panorama è cambiato rispetto ai giorni passati, in cui abbiamo attraversato la piana del fiume Tejo. Qui si percorrono valli più strette e le pianure sono poche.
A circa sei chilometri e mezzo dalla partenza lasciamo l’asfalto ed entriamo in un sentiero di terra battuta. Ulivi ovunque, a perdita d’occhio. Purtroppo, ancora ulivi abbandonati, i cui proprietari sono andati all’estero a cercare fortuna, senza accorgersi di avere la fortuna a portata di mano a casa loro. Chissà se ritorneranno, un giorno!
A circa otto chilometri e mezzo, lasciamo la strada in terra battuta per entrare in un sentiero stretto e sassoso. L’attenzione è massima. Siamo in un bellissimo bosco popolato di pini, ulivi e querce.
Attraversiamo paesi minuscoli, con poche case abitate, molte sono abbandonate. Sempre c’è la chiesetta nel centro del paese, antica o moderna che sia.
Ho notato che ai portoghesi piace l’architettura moderna perché ho spesso incontrato stupende case minimaliste. Le ho fotografate e raccolte in due collage. Per ora sono due, ma credo la lista si allungherà prima che io arrivi in Spagna.
Entriamo e usciamo da sentieri più o meno impegnativi fino ad arrivare ad Ansião. Un’altra cittadina conservata in modo sorprendente. Tutto è restaurato e curato nei minimi particolari. Un piacere per gli occhi e per lo spirito. Visitiamo la bella chiesa e, presso la biblioteca municipale, mettiamo un timbro sulle credenziali.
Sulla via principale troviamo un’eccellente pasticceria-ristorante, ci rifocilliamo con una meravigliosa insalata di polpo con patate e un ottimo caffè. Ci riposiamo e subito ripartiamo.
Lasciamo la bella Ansião sotto la canicola. È un camminare faticoso, alla continua ricerca d’ombra, con uno zig zag continuo tra l’ombra di un albero e l’altro. Il saliscendi continuo su ripide salite e ripide discese aggrava la stanchezza.
Iniziamo a vedere le famose vigne portoghesi da cui si ricavano i meravigliosi vini di antiche origini. Per ora si alternano agli oliveti e ai boschi di pini e querce. Proprio presso una vigna, troviamo una fontana con un’autoclave che credevamo fosse fuori uso, ma ci siamo ben presto ricreduti perché dopo aver azionato la manovella per qualche giro, l’acqua ha iniziato ad uscire. Divertiti, ci siamo bagnati per benino per avere refrigerio dalla calura accumulata fin qui.
Arriviamo finalmente ad Alvorge, ma non la attraversiamo perché dobbiamo lasciare il
Cammino per dirigerci verso Vale Florido, la nostra meta di oggi, dove ci aspetta una bella villa con piscina, “Casa Vale Florido”, gestita da una simpatica coppia di francesi trapiantati qui già da 25 anni. Hanno anche un ristorante presso cui ceniamo con un ottimo piatto di spezzatino con riso, piselli e patatine.