8 giugno 2016
Vale Florido-Coimbra
Km 28,4
Tip di oggi:
-per i più tecnologici: finora ho sempre avuto segnale 4G pieno, anche nei luoghi più isolati.
Ieri sera mi sono addormentata al suono, in lontananza, delle macchine agricole. Evidentemente, per ovviare al caldo, i contadini lavorano nelle ore più fresche.
La villa era tutta per noi, ci sentivamo padroni della casa. Abbiamo potuto lavare con comodo i nostri indumenti e stenderli al sole, sul prato. L’atmosfera era idilliaca. Seduti sul bordo vasca a goderci la natura, il sole ormai basso e piacevole, un venticello fresco, profumato di fiori ed erba bagnata e…le estremità doloranti a bagno nell’acqua fredda della piscina.
Alzati prima dell’alba, siamo partiti avvolti dalla nebbia che però si è diradata allo spuntar del sole.
Camminando su asfalto e senza traffico, arriviamo a Rabaçal, famosa per la bella villa romana del IV secolo d. C., ma tiriamo dritto perché la villa apre alle 11, troppo tardi per noi, peccato!
Percorriamo una valle aperta, con vigneti e uliveti, il camminare è piacevole a quest’ora. Ad un paio d’ore dalla partenza, iniziamo a sentire fame, ci fermiamo all’ombra di un ulivo e gustiamo i panini preparati la sera prima dalla signora Laurinda, la proprietaria di “Casa Vale Florido”. Questa volta sono panini ben imbottiti, non dobbiamo trovare consolazione nelle banane.
Scegliamo di percorrere un sentiero diretto, anziché il più lungo, previsto per oggi; accorciamo così la tappa di circa 4 chilometri. Sono decisioni che prevedono il rischio di finire in sentieri chiusi dalla vegetazione o altri impedimenti, ma corriamo il rischio. Il coraggio viene premiato: tutto il sentiero è comodo e senza ostacoli.
La nota costante della tappa di oggi è la presenza di bellissime ville dai più diversi stili architettonici, ma tutte lussuose e spesso con piscina.
I servizi per ristoro sono assenti, non abbiamo incontrato neanche un bar o negozietto di alimentari, solo zone residenziali. Ecco perché è importante partire con la necessaria scorta d’acqua e un po’ di cibo.
A 6 chilometri dall’arrivo, già nell’area di Coimbra, abbia trovato, quasi come in un miraggio, due bar-ristoranti. Affamati e accaldati, abbiamo deciso di mangiare qui, ad un tavolino all’ombra, su una piazzetta ben ventilata. Per il secondo giorno consecutivo, insalata di polpo e patatine fritte. È stato piacevole e ci ha dato la forza per affrontare, sotto la canicola, i restanti chilometri.
L’arrivo a Coimbra ripaga della fatica. Uno stupendo panorama sulla città, giù in basso, ci accompagna negli ultimi chilometri.
Poco prima di arrivare, troviamo l’ostello dei pellegrini, presso cui facciamo apporre un bel timbro sulla credenziale. Qui troviamo il settimo pellegrino dalla partenza da Lisbona. È un giapponese affaticato e sudato come noi. Chiede alloggio presso l’ostello che è all’interno dell’enorme convento di Santa Clara.
Noi, per ragioni già spiegate in questo blog, non alloggiamo negli ostelli, preferiamo alberghi o pensioni o qualsiasi alloggio pulito. Abbiamo così la certezza di dormire durante la notte. Arriviamo perciò al nostro albergo, già prenotato da tempo, nel centro città, sul rio Mondego. È in un edificio storico del 1926, perfettamente conservato e con tutti gli arredi originali: una meraviglia! Mi sono informata presso la reception circa il futuro dell’edificio e mi è stato detto che è protetto e di proprietà dello stato, nulla può essere cambiato, ma solo restaurato, se occorre.
Dopo un meritato riposo, decidiamo di avere la cena in una pizzeria poco lontano. Non era la miglior pizza che abbia mai mangiato, ma ha accontentato il nostro desiderio.