La notte trascorre tranquilla sotto le lenzuola fresche. Tutta una tirata fino al suono della sveglia. Come ogni giorno, do massima cura alla preparazione dei piedi: massaggio accurato con vaselina, spruzzatina di Timodore, calze finissime di cotone senza cuciture, calze da trekking ben aderenti, scarpe ben allacciate. Dopo la consueta ricca colazione, ci inoltriamo nel centro storico tra le viuzze medievali, passando davanti alla famosa cattedrale di Santo Domingo che conserva al suo interno preziose opere d’arte ed il famoso recinto col gallo e la gallina vivi. Vengono sostituiti ogni due mesi dai contadini locali per mantenere vivo il ricordo di quanto accaduto nel XII secolo proprio qui a Santo Domingo. Un giovane pellegrino tedesco insieme alla famiglia erano diretti a Compostela. La figlia dell’oste, vedendolo, si invaghì di lui e sperò di diventare sua moglie, ma il ragazzo rifiutò. La ragazza decise così di vendicarsi. Nascose nei poveri bagagli del ragazzo una tazza d’argento e subito andò dal giudice a denunciare l’accaduto. Il giudice fece immediatamente arrestare ed impiccare il giovane. La madre del povero ragazzo, disperata, si rivolse all’apostolo Santiago e questi le apparve davanti dicendole che suo figlio era ancora vivo. Lei corse sulla piazza dell’impiccagione e vide il figlio ancora vivo che le diceva che Santiago lo stava sollevando. Immediatamente, la madre si rivolse al giudice chiedendogli di liberare il figlio perché era ancora vivo. Il giudice le rispose che suo figlio era ancora vivo come le due galline che in cucina da ore bollivano in pentola. In quel momento le galline iniziarono a cantare e svolazzare fuori dalla pentola. Da allora si dice: Santo Domingo della Calzada fece cantar gallina cucinata.
Ci lasciamo alle spalle il bel paese medievale e le sue belle storie ed iniziamo il percorso che oggi si sviluppa interamente di fianco all’autostrada tra enormi distese di campi coltivati a cereali.
Un cippo chilometrico ci indica che mancano 555 km a Santiago di Compostela. La foto è di rito.
Ben presto lasciamo la regione della Rioja per entrare in quella di Castilla y Leon, anche qui, la foto di rito davanti al cartello che indica tutto il Camino nella nuova regione che stiamo per attraversare.
Percorriamo i chilometri rimanenti attraversando paesini medievali ricchi di storia e capolavori d’arte. Entriamo in Belorado verso le due e, arrivati al bell’albergo con piscina e solarium, immediatamente mi reco nella lavanderia per non correre il rischio di trovare tutte le lavatrici occupate. Felice di esser stata più veloce degli altri, lavo e asciugo con l’asciugatrice tutti i miei vestiti in un baleno.
Sono pronta per visitare il centro storico di Belorado. Rimaniamo piacevolmente sorpresi dalla sua bellissima piazza e dalle sue belle chiese. In alto, sulla collina che sovrasta il paese, svettano i ruderi di un castello del X secolo da cui si gode un bel panorama.