Appena svegliata, ho spiato dietro le tende, sperando nel cielo blu, ma il panorama non era dei più rassicuranti:
Ho pensato che sarebbe stato meglio rimettermi al calduccio, sotto le coperte e sperare in un’apertura del cielo più tardi. Purtroppo, le mie speranze sono state vane. Intorno alle nove abbiamo fatto colazione alla maniera spagnola:

Appena pronti, ci siamo diretti verso il Correos (la posta) per spedire a Santiago il borsone con cui spediamo gli zaini in aereo. Lo ritireremo alla fine del Cammino.
Poco distante dal Correos ho visto la prima freccia del cammino:
Irun è una tranquilla cittadina di frontiera dove non c’è granché da vedere, ma confinante c’è un bel paese, Hondarribia, dai caratteristici vicoletti da cui si intravvede il mare,
in un continuo saliscendi, con bei palazzi in stile basco.
Nell’ufficio del turismo ho messo il primo timbro sulle credenziali del cammino:
Nella parte più alta del centro storico, sorge la bella chiesa cinquecentesca di “Nostra Signora del Manzano”. Era decorata a festa in occasione di un matrimonio che si stava celebrando durante la nostra visita.
Verso le due, abbiamo cercato un ristorante dove poter mangiare velocemente.

La scelta è caduta su un locale all’aperto (lì per lì, ci sembrava una buona idea), ma ci siamo pentiti da subito. Tra il vento e la pioggia che ha iniziato a cadere poco dopo, ci siamo ritrovati intirizziti e bisognosi di cercare un caldo ricovero in cui poter sorseggiare una bevanda rigenerante, questa volta, al chiuso. Un bar poco distante ci ha accolti e scaldati:

Dopo esserci scaldati, ci siamo diretti verso la bella spiaggia e il porticciolo, sui quali affaccia una lunga diga che segna il confine tra la Spagna e la Francia.
Dopo aver preso una buona dose di freddo e vento, abbiamo deciso di ritornare a Irun con i mezzi (puntualissimi, efficientissimi e pulitissimi…, commento da abitante a Roma, sigh! Ah, anche il conducente, gentilissimo).
L’autobus E25 doveva arrivare alle 16:05 e alle 16:05 in punto è arrivato.
Felici di tanta puntualità, ci siamo rilassati e riposati, seduti tranquillamente a goderci il panorama.
Arrivati all’albergo, abbiamo deciso di fare l’ultimo sforzo e vedere il Ponte di Santiago, quello sul fiume Bidasoa, su cui si trova il confine.


Stanchissimi, siamo rientrati in albergo e, dopo un breve riposo, abbiamo cenato in albergo.
Ho optato per un eccellente merluzzo con peperoncini verdi e patatine fritte, il dolce l’ho evitato, ho resistito anche stasera! Mi sono consolata con un ottimo caffè, guardando il dolce al cioccolato con cuore fondente, che Gianfranco si stava gustando.
Buona notte a tutti!
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