Tappa 25: Sarzana-Montignoso 25 km (percorsi 534,8 km.)

Lasciamo la bella casa nel centro storico di Sarzana e ci dirigiamo verso Porta Romana.

Sono lontani i giorni in cui lasciavamo le cittadine emiliane attraverso belle periferie in cui era piacevole camminare!

Ci sono giorni in cui è difficile trovare qualcosa di bello da raccontare, oggi è uno di quelli.

La nostra tappa oggi si svolge interamente in zone urbanizzate. Avevamo il desiderio di percorrere la pista ciclopedonale che corre lungo il Canale Lunense ed inizia poco dopo l’uscita dalla Porta Romana. Non avevo però letto della vita travagliata di questa pista e non sapevo cosa mi stesse aspettando! A meno di cinque chilometri dal centro storico di Sarzana, dovrebbe iniziare la bella pista ciclabile lungo il Canale Lunense, ma arrivati lì ci siamo trovati davanti solo rovi e canne al vento. I locali, che in genere aiutano i pellegrini se li vedono in difficoltà, hanno capito che cercavamo la pista. Dopo i primi segni di imbarazzo, ci hanno spiegato, addirittura scusandosi, che l’unica cosa visibile sono i cartelli che la pubblicizzano.

Rassegnati, cerchiamo una via alternativa. L’unica possibile è la statale Aurelia che dobbiamo percorrere per un paio di chilometri, prima di poter entrare in strade più tranquille.

Riusciamo anche a percorrere un brevissimo tratto di pista ciclopedonale che mi fa pensare abbia avuto tempi migliori, anche se appena inaugurata!

Più camminiamo e più troviamo incuria, erbacce, marciapiedi rotti e invasi dalla vegetazione.

Ma c’è una cosa che mi sorprende ancora di più: in tutti i 25 chilometri che ho fatto non ho trovato una sola abitazione che non fosse in perfette condizioni. All’interno delle loro recinzioni o siepi tutto era perfetto: bei giardini perfettamente curati, bei fiori, begli alberi. Al di là, il paradiso; al di qua, l’inferno. È come se il cittadino non pagasse le tasse. Perché, nonostante in questa zona tutti sappiano riconoscere il bello, abbiano buon gusto (lo si capisce da come tengono le loro proprietà), si disinteressano di quello che c’è fuori…? Perché lo sopportano? Non lo vedono? Sono rassegnati? Non ho risposta. Posso solo pubblicare foto, e non le peggiori.

Ho un breve attimo di serenità quando passo di fianco ad un vigneto con i bei roseti che fanno da sentinelle.

Il cammino continua nella zona industriale che ci porterà fino a Montignoso. Anche qui tutto versa nell’incuria e solo un brevissimo tratto, davanti ad una fabbrica, è ben curato, evidentemente il proprietario non si rassegna al degrado.

Tutto il resto è deprimente.

Accaldati e depressi, decidiamo di fermarci per un panino in una trattoria nascosta tra una fabbrica e l’altra. Era vuota quando siamo entrati, ma nel giro di cinque minuti si è riempita di operai che evidentemente avevano appena iniziato la pausa pranzo. Siamo rimasti lì, all’ombra di un grande platano, per una mezz’oretta, a goderci il panino e un gelato.

Panino al salame e melanzane sott’olio

Arrivati ad Avenza, troviamo una statua perplessa di Giuseppe Mazzini con un intruso tra le sue braccia:

Sembra quasi che anche lui si ponga le mie stesse domande, senza avere risposta.

Percorriamo gli ultimi chilometri sotto la canicola, ormai non ci guardiamo neanche più intorno, sentiamo solo caldo e spossatezza.

A Montignoso c’è la bella casa di Ludovica che ci aspetta. Il suo curatissimo giardino coi suoi bei fiori e i tanti ulivi ci aiutano nel relax del post tappa.

Dopo soli cinque minuti dal nostro arrivo si scatena un forte temporale che fortunatamente rinfresca l’aria.

Ceniamo da “Vittoria”, l’unico ristorante aperto in zona di lunedì e ne usciamo contenti.

Salmone con crema al pistacchio
Sedanini alla triglia e pistacchio
Millefoglie crema chantilly e fragole

Buona notte a tutti! 🤗


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