Day 12: Coimbra-Mealhada 23.1 km

Day 12_10 giugno 2016

Coimbra-Mealhada

Km. 23,1

Km percorsi 293,7

Oggi, partenza dopo una ricca colazione nel bell’albergo che ci ha “coccolati” nei due giorni di riposo passati.

Il cielo non prometteva bene, ma ha retto fino alla meta di oggi, Mealhada. Le nuvole, abbastanza fitte da creare ombra, ci hanno permesso di avere una camminata facile e piacevole.

L’atmosfera è cambiata. Improvvisamente, vediamo tanti pellegrini, chi verso Fatima, a piedi o in bicicletta (riconoscibili da una pettorina gialla), chi verso Santiago, con la conchiglia appesa allo zaino. È piacevole. Quando si sorpassa qualcuno o si viene sorpassati, spesso è un’ottima occasione per scambiare due chiacchiere e fare un po’ di strada insieme, finché chi ha più gamba decida di distaccarsi.

Tra tutti i pellegrini di oggi, ho scambiato due chiacchiere con Letizia. Una simpatica ragazza francese che fa il cammino da sola e ha una buona gamba, macina chilometri con facilità.

Ammiro moltissimo chi fa il cammino da solo, soprattutto le ragazze. Credo siano persone con una marcia in più rispetto agli altri, in tutti i sensi: vincono il dolore, ma soprattutto la paura. Dolore, perché affrontare il cammino significa sopportare, specialmente all’inizio, dolore a tutti i muscoli, giunture, estremità e c’è chi continua ad avere dolore fino a Santiago; paura, perché quando si attraversano zone isolate, magari col brutto tempo, può non essere una bella esperienza.

Mi raccontava di aver avuto problemi per fastidiose vesciche ai piedi, ma che ora sta bene. In più, portava lo zaino troppo lasco e il peso sbilanciato le dava male ai muscoli delle cosce, ma un pellegrino incontrato sul cammino le ha suggerito di portarlo più stretto. Ora è perfetto e non ha più dolore. Ha poi notato il mio “piccolo zaino” e ha capito che per il prossimo cammino si alleggerirà ulteriormente.

Più cammini si fanno, più si impara ad alleggerire lo zaino. Quest’anno sono riuscita a farlo di 4 chili e mezzo, con la scorta d’acqua arrivo a 6,5. Sembra il minimo possibile, ma chissà se riuscirò a diminuirlo ancora!

Purtroppo, a circa 5 chilometri dall’arrivo, mentre camminavo, ho sentito alle spalle un movimento strano, mi sono girata di scatto, ma non ho fatto in tempo a reagire, un piccolo cane mi aveva già morso il polpaccio destro. Senza dare nessun segno della sua presenza, mi ha attaccata. Purtroppo non sono mai i cani i colpevoli, ma sempre i loro padroni, incoscienti e senza rispetto per il prossimo. Il cane aveva il collare, da cui desumo abbia ricevuto le vaccinazioni previste, ma la paura di infezione c’è sempre, anche se il morso è stato leggero.

Il resto della tappa è stata appannata dai pensieri. Andare all’ospedale o no. Interrompere il cammino o no. Domani, in base alla reazione del polpaccio, saprò cosa fare.

Pernottiamo in un bell’albergo (unico libero) a Pedrulha, un paesino a quaranta minuti di cammino da Mealhada, meta di oggi. Purtroppo, nessun ristorante nelle vicinanze.

Alla reception ci dicono che per cenare dobbiamo andare a Mealhada. Presi dallo sconforto, facciamo le solite operazioni del dopo tappa, ci riposiamo un po’ e ci rimettiamo in strada, stanchi e doloranti, verso Mealhada. Veniamo premiati, perché a pochi passi dall’albergo, in una traversa del paesino, intravvediamo un negozio, ci avviciniamo, leggiamo l’insegna “market-snack bar Variante” e col cuore pieno di speranza entriamo. C’è solo una signora che, al bancone del bar, è impegnata a pulire. Si sente profumo di pulito e tutto intorno è splendente. In un misto di spagnolo, italiano, portoghese, le facciamo capire che vorremmo cenare, ma sono le sei…, lei guarda l’orologio e ci fa capire che la cena è dalle sette, poi dice qualcosa circa maiale, patate, carne, ma non capiamo, le diciamo che va bene tutto. Lei fa un cenno col capo, sospende il suo lavoro e scompare in cucina. Riappare poco dopo e ci chiama per dirci che la cena è pronta. Erano le sei e un quarto! Fettina di manzo al burro, riso, patatine, insalata e dolcetto della casa (non saprei descriverlo, posso solo dire che sapeva di latte ed era buono). Non ricordo di aver mai gradito così tanto una cena. Un enorme GRAZIE alla signora Paola, ci ha trattati come figli.

Domani tappa lunga, sveglia alle 5.

 


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