Oggi ci aspetta una tappa molto lunga. Partiamo all’alba, ci sono solo 13°.
Luarca dorme, ma fortunatamente troviamo un piccolo bar aperto e facciamo colazione.
Ci mettiamo in cammino, prendendo subito la N-634. Il cielo è quasi sereno e si cammina bene. Il traffico è inesistente.
Oltrepassiamo sulla nostra destra la chiesa neogotica di Santiago.
La strada sale dolcemente verso le colline che si affacciano sull’oceano, lo intravediamo spesso, in lontananza, tra una casa e l’altra.
Il cielo si copre, ma sono nuvole che non preoccupano, anzi danno sollievo dai raggi del sole.
Attraversiamo poi un’ampia area boschiva che ci porta fino a Villapedre. Qui entriamo sul sentiero che ci fa passare di fianco alla chiesa di San Juan, romanico asturiano del XII secolo.
Il Cammino si inoltra poi tra bei campi coltivati e pascoli.
Diventa poi, per un breve tratto, accidentato. Il mio ginocchio non urla più, ma soffre in silenzio. Sta migliorando, ma ancora non è pronto ad affrontare lunghi tratti di mulattiere o acciottolati.
Ci addentriamo in un bosco e attraversiamo un fiumiciattolo su un ponte di legno.
Sbuchiamo di fianco ad una grande fattoria e ritroviamo l’asfalto sulla N-634.
Arriviamo alla chiesa di San Salvador de Piñera, anche questa in stile neogotico.
Riprendiamo il Cammino, immersi in un costante profumo di ligustro, un profumo antico che mi ricorda l’infanzia.
Un’altra pianta presente ovunque è l’ortensia, di tutti i suoi possibili colori e di dimensioni enormi. È un segno di come il clima qui sia umido e spesso piovoso.
Appena superata la chiesa, troviamo sulla nostra destra una vecchia scuola, adibita oggi ad ostello, in cui si leggono gli usi di un tempo: ingressi separati, maschi e femmine.
Arriviamo a Villaoril, piccolo borgo rurale. Lo sorpassiamo, fino ad arrivare ad un sentiero che fiancheggia il cimitero di Navia.
La strada si rifà asfaltata e poco dopo il panorama si apre sulla valle del rio Navia e sull’omonima cittadina che dovremo attraversare .
Lasciamo la campagna e proseguiamo in ripida discesa verso il fondovalle, immersi nelle stradine di Navia.
Visitiamo la Iglesia di Santa Maria della Barca, della fine dell’800.
Facciamo una meritata pausa in un bel bar nel centro storico.
Ripartiamo e subito attraversiamo il ponte sul fiume Navia.
Appena passato il ponte, percorriamo la N-634 in costante, dolce salita su banchina laterale protetta. Il traffico è minimo e la strada è molto ampia. Più avanti, finisce la protezione per i pedoni, ma la banchina rimane grande.
A 5 km dall’arrivo entriamo su sentieri tra campi coltivati e fattorie.
Sullo sfondo appare la chiesa di Santa Maria. È fuori dal sentiero, ma decidiamo di fare una deviazione per visitarla. È chiusa. È dell’XI secolo e ha interessanti lapidi del X secolo al suo interno, che purtroppo non ho potuto vedere.
Sulla nostra destra, sullo sfondo, è costante la presenza dell’oceano, tra villette sparse, fattorie e paesini.
Arriviamo a La Caridad e l’ingresso in paese è accompagnato da una lunga fila di ortensie, non ancora in fiore.
Passiamo di fianco ad un palazzo con balconi insoliti, fatti in ardesia a strati.
La Caridad è una cittadina anonima, cresciuta in modo disordinato. La sua chiesa, San Miguel de Mohices, del XVIII secolo, è chiusa perché pericolante. Negli anni 50/60, al suo fianco, è stata costruita una nuova chiesa in stile moderno.
Arriviamo intorno alle 15:45 in albergo, ci godiamo un meritato riposo e intorno alle 19, una cena nell’unico ristorante: un pub-pizzeria.
Domani pioverà tutto il giorno…
Buonanotte a tutti!
22:52
Bellissime ortensie!