19 giugno 2019_22^ Tappa_El Pito➡️Ballota_27,6 km_Asturie

Ha piovuto parecchio durante la notte. Le strade sono bagnate, ma non fa freddo, si cammina bene.

È nuvoloso, ma ci sono ampi sprazzi di sereno. Parto con lo zaino coperto, non corro il rischio di bagnarlo.

Ci immettiamo subito su un acciottolato in discesa e poi in salita, che fa piangere il mio ginocchio malconcio.

Dura poco! Entriamo su una stradina asfaltata che si inoltra nella campagna. Si fa poi più ampia e in salita.

Attraversiamo, non senza ansia, un campo di zingari che per nostra fortuna seguono gli orari asturiani: dormono.

Il rumore dell’autostrada domina nella valle che attraversiamo.

A circa 2,5 km dalla partenza, sulla nostra destra, rivediamo l’oceano in lontananza. Brutte nuvole incombono, oggi forse ci bagneremo.

Con grande sollievo, vediamo apparire sulla sinistra un’area di servizio con bar. Facciamo colazione con croissant e “cafè con leche en vaso”. In Asturia, non solo la “ciuleta de ternera” ha dimensioni non umane, ma anche il croissant!

Inizia una discesa in un bosco di eucalipti, Sulla nostra destra, intravediamo tra le fronde degli alberi la Playa Concha de Artedo.

Sull’asfalto, noto tanti semi caduti dagli eucalipti, calpestati involontariamente dai pellegrini, che sprigionano un intenso aroma purificante.

In una curva a gomito, passiamo sotto gli imponenti pilastri del viadotto dell’autostrada da cui proviene il rumore costante dei mezzi che la percorrono.

Il selfie davanti allo specchio, un “must”!

La strada spiana e attraversiamo il piccolo borgo di Artedo.

Successivamente, Mumayor coi pascoli di fianco alle case.

Il cielo è grigio, la pioggia è appesa, ma l’assenza di vento ne ritarda la caduta.

Arriviamo a San Martin de Luiña in un susseguirsi di belle ville Indianos coi loro palmizi distintivi.

Il bel borgo, patrimonio dell’Unesco, di Soto de Luiña lo intravvediamo dopo circa 11 km dalla partenza.

Arriviamo sulla piazzetta principale su cui affaccia la bella chiesa di Santa Maria, annessa all’Ospedale del Rosario, ospedale per i pellegrini già dal XVI secolo. Oggi, adibito a Casa de Cultura.

Facciamo una seconda sosta nel bar affiancato alla chiesa, da cui proviene, udibile da lontano, la voce di un avventore che ha paura di non essere sentito dal barista, evidentemente!

All’interno, seduta ad un tavolino, noto una vecchietta intenta ad una lettura attenta di un quotidiano. Ogni tanto alza la testa, si gira e mi guarda incuriosita, le sorrido e lei contraccambia.

Lasciamo il piccolo borgo e poco dopo oltrepassiamo l’autostrada. La costeggiamo per un lungo tratto, nascosta alla vista da una siepe, in una zona industriale.

Oltrepassiamo il paesino di Albuerne e lo sguardo si apre, alla nostra destra, sulla valle affacciata sull’oceano.

Entriamo in un fitto bosco silenzioso. Sentiamo solo i nostri passi e gli uccellini cantare, forse per avvisare del nostro passaggio.

Usciti dal bosco, entriamo a Novellana.

Paesino dalle belle casette colorate e con la chiesa di Santiago del XVIII secolo.

Nei giardini e nelle aiuole del paese si trovano vecchie biciclette dipinte e abbellite da fiorellini colorati.

Tra le stradine si intravede l’oceano.

Le strade sono deserte.

Rientriamo nel bosco. Percorriamo la strada senza vedere anima viva.

Verso le mezzogiorno, un raggio di sole cerca di avere la meglio sulle fitte nuvole, insinuandosi in un varco tra esse. La luce dei raggi del sole mi fa notare, sul ciglio della strada, qualcosa di rosso intenso che fa capolino tra le foglioline: sono fragoline di bosco che aspettano solo che io le raccolga. Per un lungo tratto, camminiamo accucciandoci spesso a raccoglierle.

Oltrepassiamo il piccolo paese di Castañeras. Qui l’oceano è più vicino e lo si scorge oltre pascoli e fattorie nella piccola valle sulla nostra destra.

Rentriamo nel bosco e mangiamo altre fragole.

Arriviamo nel paese di Santa Marina, mancano solo 3,5 km alla fine della tappa. Decidiamo di fare un pasto veloce nel bar del paese e subito ripartiamo.

Arriviamo a Ballota, asciutti, dopo aver percorso 27,6 km.

Ceniamo da Fernando, l’unico ristorante del paese. Si cena dalle 20:30.

Il menù del pellegrino è l’unica possibilità: paella, petto di pollo con patate, crème caramel con panna. Fortunatamente, era tutto semplice, ma buono.

Domani, tappa simile ad oggi.

Ha iniziato a piovere intorno alle sette e sta ancora piovendo alle undici.

Buonanotte a tutti!

23:15


Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s