Partiamo con comodo dopo un’abbondante colazione. Il cielo è blu e si preannuncia una “tiepida” giornata di sole.
Usciamo dalla cittadina e ci immettiamo subito in un parco fiancheggiato da un ruscello che superiamo poco dopo su un ponticello.
Ci immettiamo sulla strada VV-16, priva di traffico e con marciapiedi lastricato.
La strada è fiancheggiata da case in stile asturiano.
Facciamo una piccola deviazione a sinistra, su una ripidissima strada lastricata che porta a San Juan de Amandi, bellissima chiesa romanica del XIII secolo con un bel portico semicircolare e loggia per i pellegrini.
Dalla loggia della chiesa si gode un bel panorama su Villaviciosa e la campagna circostante.
Ci immettiamo su una piccola strada asfaltata, inizialmente fiancheggiata da casette colorate.
Poco prima di inoltrarci nella campagna, incontriamo una piazzetta una una graziosa cappella abbellita da grandi margherite.
Attraversiamo un ruscello su un ponte in pietra e ci immettiamo sulla strada VV-10 su cui domina un bel palazzo del 1904 in stile Indianos, con le tipiche palme.
Subito dopo, la strada inizia a salire dolcemente tra frutteti, orti e campi coltivati.
Arrivati nel paesino di Camioca, troviamo una piccola cappella aperta. Dentro, con grande sorpresa, troviamo un timbro per le credenziali. Di fianco alla cappella, un’anima buona ha allestito un tavolino con generi di conforto, per i pellegrini che ne avessero bisogno.
Poco dopo, a Casquita, troviamo il bivio per chi voglia proseguire per Oviedo. Noi, ovviamente, seguiamo la direzione per Gijòn.
La VV-10, o Carretera de Casquita, continua, entrando in una stretta valle, tra pascoli e case di campagna. Non c’è la banchina laterale, ma la strada è senza traffico, solo qualche macchina o trattore.
Entriamo nel piccolo paese di Graces. Sulla piccola piazzetta, incontriamo due vecchiette che parlottano con un tizio e discutono il prezzo di qualche vegetale.
Sono solo le 11, ma il sole si fa sentire, devo indossare il cappello e bere.
Da dietro una curva spunta il viadotto dell’autostrada che poco dopo oltrepassiamo.
La strada inizia a salire dritta verso la collina che dovremo scavalcare per arrivare alla nostra destinazione di oggi, Peòn.
A circa 7 km. da Peòn lasciamo la VV-10 e ci immettiamo a destra sulla VV-9 che si inerpica ripida sulla collina.
La lasciamo poco dopo e ci inoltriamo in ripida salita, su un acciottolato dentro ad un fresco bosco, che poi diventa mulattiera.
La salita continua per altri 2 km. circa. fino ad un punto panoramico, il Cordal de Peòn, da qui la strada inizia a scendere e noi, a respirare. È stata una salita che ci ha spezzato fiato, gambe e polmoni.
Iniziamo la discesa sulla VV-8 e tra le cime dei pini, intravvedo l’oceano che abbiamo lasciato a La Isla ieri e ritroveremo a Gijón domani.
Speravamo di trovare una panchina o qualcosa su cui sederci per riposarci e mangiare un frutto, ma abbiamo dovuto mangiare mentre camminavamo perché tutt’intorno a noi, solo fianchi scoscesi della collina.
Dopo circa 1 km di costante discesa, entriamo in un ripido sentiero nel bosco. È un acciottolato scivoloso che per il mio ginocchio malandato non è un toccasana. Apro i bastoncini e cerco di piegare la gamba il meno possibile. Devo scendere lentamente.
Arriviamo a Peòn, quattro case in croce, verso le 13:30, troppo presto per il check-in (in una delle quattro case).
Decidiamo di fare un pranzo asturiano (lo temo molto…) da Pepito, l’unico ristorante dell’intera valle.
Questa volta, non abbiamo scelta, dobbiamo sottostare ai loro orari: alle 13:30 il ristorante è ancora chiuso, non se ne parla fino alle 14:00! Ci sediamo rassegnati al bar, con una bibita e qualche oliva, nell’attesa che passi la mezzoretta. Pepito, il ristoratore, fa orari asturiani!
Ho cercato nel menù del cibo salutare, l’ho letto e riletto, ma l’unica pietanza accettabile era la solita “ciuleta de ternera col pimiento e patatas” di dimensioni non per umani. Al ritorno a casa, mi dovrò disintossicare…!
Sto iniziando a sognare spinaci, cicoria, bietole, finocchi, zucchine, un pesciolino al sale o anche lesso…
Nell’enorme salone del ristorante, i camerieri erano indaffarati nel portare ai clienti lunghissime pale di legno, di circa due metri, piene di carne cruda. Ogni tavolo ha un fornello con un pentolone contenente del burro, in cui va fritta la carne al momento di consumarla. Insieme alla carne, ho visto mangiare enormi piatti di insalata biancastra, cipolla e grandi fette di pomodoro. Come antipasto, molti scelgono una frittatona di uova e patate, ho anche notato la “fabada”, una zuppa di fagioli, salsicce e lardo. Questa è la cucina asturiana.
Abbiamo chiesto al Pepito se potevamo prenotare per la cena, ma quando ci ha detto che il ristorante avrebbe aperto alle 21:30…, abbiamo preso dei panini. Abbiamo un po’ di frutta acquistata ieri, ci accontenteremo.
Faccio notare che il pranzo da Pepito iniziava alle 14:00, ma abbiamo addentato il primo boccone alle 14:30…. Questo vorrebbe dire che la cena inizierebbe alle 22:00!!! Meglio il panino con la frutta.
Domani altra tappa corta, spero meno faticosa di oggi!
Buonanotte a tutti!
21:59
Renata come va il tuo ginocchio? Auguri e buon proseguimento….un abbraccio…zii Lanziswlanzi@yahoo
Carissimi zii, il ginocchio è malandato, ma riuscirò ad arrivare a Santiago, ogni giorno va un po’ meglio.
Spero voi stiate tutti bene.
Un grande abbraccio a tutti voi.
🥰