Partiamo all’alba e a digiuno. Oggi ci aspetta una lunga tappa e, purtroppo, il brutto tempo non molla.
Veniamo ripagati da una bellissima alba che sorge da dietro il campanile della chiesa di Comillas.
Sul percorso, incontriamo il bel palazzo di Sobrellano, uno degli edifici fatti edificare da Antonio Lopez, famoso cittadino di Comillas, emigrato a Cuba nell”800 e ritornato al suo paese d’origine dopo aver fatto fortuna.
Usciamo da Comillas su un Bella strada pedonale che ci porta all’interno del bellissimo Parco naturale di Oyambre.
Arriviamo nel borgo di La Rabia, dove percorriamo un ponte su una zona umida, influenzata dalla marea che nel momento in cui l’attraversiamo è bassa. Noto una vecchia chiusa, ormai inutilizzata.
Numerose barche sono intrappolate nella sabbia, in attesa che la marea le liberi e possano galleggiare.
Lo spettacolo dell’alba tra le dune e l’oceano è stupendo. Non piove, ma il cielo non promette bene.
Appena passato il ponte, inizia una pista sintetica che percorreremo per quasi l’intera tappa di oggi. Stupendo!
I panorami sono mozzafiato sulle meravigliose spiaggia che si susseguono.
Fa molto freddo, alla partenza ci sono 10°, ma l’assenza di vento rende piacevole il camminare e riesco a riscaldarmi velocemente, solo le mani rimangono gelate e hanno bisogno di guanti.
Nonostante il freddo, rimango sorpresa nel vedere addirittura la neve sulla Cordigliera Cantabrica.
Arriviamo in vista di San Vicente de la Barquera, con la sua bellissima spiaggia su cui affaccia un campo da golf da 18 buche.
Il rumore dell’oceano è presente, costante e forte ovunque. È come un inquinamento acustico perenne. Non c’è scampo né di giorno né di notte. Non riesco neanche ad immaginarne il rumore durante le burrasche.
Mi ricorda il rumore della Dora Baltea mentre scendevo dalla Valle d’Aosta, sulla Francigena. Il rumore di quel fiume impetuoso era impressionante. Il sentiero corre alta nella valle, ma nonostante la lontananza dal fiume, il rumore è fortissimo. E non si ferma mai né di giorno né di notte.
Dopo circa 11 km. dalla partenza, poco prima di arrivare a San Vicente de la Barquera, finalmente, troviamo un bar aperto e possiamo fare colazione. Eravamo ancora a digiuno!
Attraversiamo il Ponte de la Maza del XV secolo, sul rio di San Vicente.
I panorami che si godono dal ponte sono bellissimi. Le nuvole si riflettono sull’acqua calma dell’oceano che sta entrando nella baia spinto dalla marea. Le barche, fino a poco prima intrappolate nella sabbia, son state liberate dalla marea e galleggiano tranquillamente.
Usciamo dal paese su un bel selciato in forte pendenza che ci porta sulla collina che sovrasta San Vicente.
Ovunque si vedono animali: mucche di tutte le razze, vitelli giovanissimi dall’incedere indeciso, cavalli, muli.
Scendiamo dalla collina, attraversiamo l’autostrada e proseguiamo verso Acebosa, piccolo borgo con una chiesetta in pietra.
Ci immettiamo su una strada asfaltata con traffico quasi assente. Si susseguono con regolarità i cartelli che avvisano gli automobilisti della presenza dei pellegrini.
Dopo infiniti saliscendi tra belle colline dai ricchi pascoli, arriviamo a Serdio. Qui facciamo una seconda ricca colazione da “La Gloria”, un bar dove troviamo diversi pellegrini che si riposano e colgono l’occasione per socializzare.
Ci rimettiamo in cammino e ben presto riattraversiamo l’autostrada e la ferrovia e, poco dopo, il ponte sul fiume Nansa.
Ci immettiamo su un breve sentiero, dopo una strada in ripida pendenza nel borgo di Pesués.
Attraversiamo il bel paesino di Unquera su un selciato con ai lati belle siepi variopinte e ben curate.
Ormai siamo sul confine con le Asturie. Alla fine di Unquera, un ponte congiunge le due regioni.
Il fiume Deva segna il confine, lo attraversiamo ed entriamo a Bustio, il primo comune del Principato delle Asturie.
Da Bustio, con fortissima pendenza, doppiamente dura dopo 25 km nelle gambe, si sale verso Colombres. Sono circa 2 km di fatica. La strada, il Camino del Cantu, è molto bella, tra tratti in ombra e tratti che offrono bei panorami.
Una piccola cappella è situata a circa un chilometro da Colombres.
Arriviamo finalmente nel bel paesino di Colombres, con bei palazzi costruiti a inizio ‘900 dagli emigrati in America e qui tornati dopo aver fatto fortuna, chiamati Indianos.
La bella chiesa ci accoglie, anche se chiusa.
Arriviamo al nostro alloggio dopo 29,3 km. di Cammino. Siamo stanchi, ma recuperiamo velocemente e subito usciamo.
La nostra meta è il Museo degli emigrati, gli Indianos, come vengono chiamati. Ospitato in una bellissimo palazzo, la Quinta Guadalupe, del 1906 in stile modernista.
I suoi interni sono meravigliosamente decorati e il museo è interessantissimo. Contiene l’archivio con le informazioni sulle varie famiglie emigrate in America e il museo dell’emigrazione che mostra oggetti, fotografie, video, certificati di viaggio.
Mentre scrivo, piove forte. Secondo le previsioni, domani avremo ancora pioggia. E un’altra lunga tappa.
Buona notte a tutti.
23:15
Renata, so beautiful and very interesting the museum Quinta Guadalupe.
Dear Titi, yes, it has been a very interesting experience to know about Indianos, I completely ignored it! I saw the Chilean archives too, with photos and memories.
🤗🥰🤗