Oggi, colazione ad orario comodo in un bar eccellente.
Il mio ginocchio è ancora dolorante e la ferita si sta cicatrizzando lentamente perché molto grande. Per questo, abbiamo deciso di fare la prima parte del viaggio in treno, fino a Barreda. Fare poi l’ultima parte a piedi. Ho così la possibilità di rimettere in moto il fisico, senza eccedere, evitando traumi. Domani faremo la tappa intera.
Abbiamo preso il treno delle 9:26, arrivato puntualissimo. La stazione è in ristrutturazione, questo ci dava preoccupazione perché non capivamo bene dove fosse l’accesso alla banchina del nostro treno e gli uffici della stazione sono al momento non accessibili per informazioni, perché dall’altra parte dei binari che non sono al momento attraversabili, a meno di fare un lungo giro fino in fondo al paese, prendere un sottopasso per attraversare i binari e ritornare indietro fino alla stazione. Ovviamente, non ne avevamo il tempo.
In questa tappa, il treno è obbligatorio per i pellegrini, perché bisogna attraversare il rio Pas. Si sale a Boo, la fermata prima del fiume e si scende a Mogro, la fermata dopo.
Anche noi l’avremmo fatto, se non avessi avuto il problema del ginocchio. Noi siamo scesi tre fermate dopo.
Ed eccomi, uscita dal treno e messami in cammino:
Barreda è una piccola città industriale. Se si osserva il panorama tutt’intorno, si possono notare industrie ovunque.
Noi dobbiamo passare su un ponte sopra la Solvay, l’industria chimica.
Dalla parte opposta del ponte, si vede il rio Besaya scorrere tranquillo e sulle sue rive si vedono ciclisti correre su una bella pista.
Ci immettiamo ben presto sulla statale CA-131 che porta a Santillana del Mar. È una strada comoda, poco trafficata e con una banchina spaziosa per i pellegrini.
Il percorso ufficiale non è questo, ma le frecce ci hanno portato qui, senza alternativa.
Sul percorso, si incontra la bella chiesetta romanica di El Salvador de Viveda, con il bel portale e la loggia per i pellegrini.
Arriviamo molto presto a Santillana e ci “ferisce non poco” il cartello di benvenuto di Santillana. Come si può notare, il benvenuto è tradotto in tutte le lingue, persino l’arabo, eccetto l’italiano!
Ci incamminiamo sull’immancabile marciapiedi lastricato perfettamente ed entriamo in Santillana del Mar.
A proposito, il suo nome è un mistero. È detta la città delle tre bugie: non è Santa, non è piana (llana, vuol dire piana) e non ha il mare. In un articolo spagnolo ho letto :”…dando lugar a una villa que tomó el nombre del centro religioso: «Sancta Luliana«, la actual Santillana“, ma non so se sia corretto. In compenso, è una bellissima cittadina dall’aspetto medievale, con palazzi perfettamente conservati.
Arriviamo al nostro bell’alloggio, ovviamente medievale, dopo aver percorso 8,11 km., e non è ancora mezzogiorno. Abbiamo tutto il tempo di lavare i nostri vestiti, fare la doccia e riposare un po’.
Usciamo alla ricerca di un ristorante dove fare un buon pasto e decidiamo per uno che promette di non deluderci. Così è stato. Gianfranco ha scelto il polpo alla gallega con le patate, io ho optato per spaghetti alla “boloñesa”. Assicuro il lettore che, anche se l’aspetto dei miei spaghetti non sembra invitante, erano buoni. Il formaggio, che loro chiamano “parmesan queso”, è qualcosa di insapore e informe, ma viste le pessime avventure culinarie avute finora, mi è sembrato passabile.
Nell’attesa che apra la collegiata di Santa Giuliana, l’edificio più importante di Santillana, facciamo un giro turistico e fotografiamo i bei palazzi del borgo antico.
Alle 16:00 in punto riusciamo a visitare la bella collegiata del XII secolo, dedicata a Santa Giuliana, martirizzata in Turchia nel 300 circa. Bellissimo il chiostro, con colonnine dai capitelli meravigliosamente istoriati. Bello anche il “retablo” del XVI secolo.
Finito di visitare la collegiata, ci mettiamo alla ricerca di un ristorante che ci ispiri, la scelta non è ampia, perché la maggior parte apre dopo le 20:30 e per noi è troppo tardi.
Ci incamminiamo nelle stradine acciottolate e ne approfittiamo per fotografarle.
Troviamo un piccolo ristorante che propone la pizza e altre delizie.
Ne usciamo contenti, la pizza era buona e le crocchette scelte (al baccalà, al nero di seppia e al prosciutto e formaggio) erano ottime. Siamo riusciti a resistere al dolcetto, anche perché a metà pomeriggio mi sono fatta tentare da un gelato al malaga. È difficile resistere, qui in Spagna, al gelato al malaga, è ovunque, ad ogni angolo c’è una gelateria che lo propone e io ne vado ghiotta. Tra l’altro, lo sanno fare benissimo, tra i migliori che abbia mai gustato.
Abbiamo, comunque, terminato la cena con un buon caffè.
Domani riprenderemo normalmente il cammino, non mi sento al 100%, ma so di poterlo fare. Sarà una tappa bagnata. Spero di non scivolare di nuovo 🤣 !
Buona notte a tutti!
22:14