1 giugno 2019_6^ Tappa_Guernica ➡️ Bilbao_33,3 km._Paesi Baschi

Oggi, tappa estremamente impegnativa, sia per la lunghezza sia per il caldo che in certi punti ha superato i 35°.

Partiamo molto presto. La sera prima abbiamo comprato il necessario per fare colazione abbondante, sapendo che non avremmo trovato negozi aperti fino a tardi nella mattina.

Nella periferia di Guernica incontriamo l’Eremo di Santa Lucia .

Iniziamo subito a salire su una mulattiera dal fondo sconnesso.

La fatica è tanta, ma mentre prendo fiato un attimo, osservo lo spettacolo del sole che sorge alle mie spalle e subito sto meglio.

So che sarà una tappa durissima e sono preparata, ma il susseguirsi continuo di tante salite così dure mette alla prova chiunque. Arriviamo in cima e rilassiamo le gambe e calmiamo il fiato su un bel sentiero in piano, ai lati di un bel bosco di conifere.

Incontriamo l’ennesimo cartello che invita a chiudere il cancello, per evitare che gli animali escano dalla proprietà. Faccio una considerazione: è l’unico caso in cui i cartelli sono in ben quattro lingue. In qualsiasi altra occasione ho visto cartelli solo in basco e spagnolo. Cosa se ne possa dedurre? A voi che leggete, l’ardua sentenza.

Proseguiamo su saliscendi più o meno duri, tra panorami piacevoli, rare fattorie, pascoli e case coloniche.

Arriviamo finalmente all’Alto de Morga e subito iniziamo a scendere e attraversiamo un tunnel che passa sotto la strada statale BI-2121.

La salita ricomincia subito e poco dopo incontriamo l’Ermita di San Esteban.

In un tratto tranquillo, dove prendo fiato, mi sento osservata. Guardo sulla mia destra e scopro quattro occhietti che mi fissano: sono due caprette curiose che si stanno rilassando all’ombra.

Entriamo sulla strada statale BI-2713, è poco trafficata e ha spazio per camminare in sicurezza. È un camminare piacevole, mi godo il panorama e la natura che mi circonda.

Arriviamo al borgo di Goikolejea, con la bella chiesa di San Emeterio e Celedonio e, poco oltre, troviamo un bel Cruceiro.

Da qui iniziamo a camminare su marciapiedi comodo e ben tenuto. La strada è quasi monotona, sempre dritta fino a Lezama.

Attraversiamo il borgo di Larrabetzu dove facciamo uno spuntino accompagnato da una bibita fresca e un caffè.

Mentre esco dal paese, fotografo i suoi begli edifici in pietra e una insolita segnalazione stradale, di un acceso verde acido, di cui non conosco il significato.

Continuiamo, sempre sul bel marciapiedi, fino a Lezama, dove troviamo la bella chiesa di Santa Maria.

Facciamo un’altra pausa, riprendiamo fiato con una bibita fresca e ci rimettiamo in cammino, sempre su bel marciapiedi lastricato. Il caldo non dà tregua, l’aria è afosa.

Percorriamo un breve tratto all’ombra di un bosco che costeggia un ruscello. È un parco comunale ben tenuto, in cui è piacevole camminare. Attraversiamo l’antico ponte in pietra di Aricondo.

Usciamo dal parco. La canicola ci sta mettendo alla prova. Inizia una salita ripida e senza ombra. Dobbiamo oltrepassare l’autostrada e salire verso il monte Avril. In alto vediamo l’ombra di un fitto bosco, ma arrivarci è impresa ardua. L’acqua, nonostante sia nel termos, è calda e non disseta più.

Raccogliamo le ultime forze e raggiungiamo faticosamente il bosco. Qui, appena sotto l’ombra, mi tolgo lo zaino, mi siedo sul bordo del sentiero, mi tolgo il cappello e cerco di prendere fiato. Mangio un’arancia succosa che mi dà sollievo e mi sento felice.

Mancano due durissimi chilometri alla cima del monte. Arrivati lì, troviamo un’area di sosta, con tavoli e panche su cui stanno riposando alcuni pellegrini stremati come noi. Non possiamo che fare lo stesso. Mettiamo lo zaino sulla panca, a mo’ di cuscino e ci sdraiamo. Ci godiamo il meritato riposo, sapendo che il più è fatto, ci aspetta la discesa verso Bilbao.

Iniziamo a scendere e scorgiamo la prima veduta di Bilbao.

Credevamo di aver fatto il più…! Non sapevamo che per arrivare nel centro di Bilbao dovevamo scendere centinaia di scalini. Sono infinite rampe di scale che tagliano gli innumerevoli tornanti che si arrampicano sulle colline su cui è costruita la città. Scenderle è estenuante! E la canicola è opprimente, la temperatura arriva a 38°.

Finalmente sbuchiamo sulla piazza Unamuno. La discesa è finita, siamo nel centro storico. Il sollievo è grande.

Arriviamo esausti all’albergo. Abbiamo percorso 33,3 km., metà dei quali sotto un caldo eccessivo. Spero non si ripeta.

Dopo un meritato riposo, raccogliamo le poche forze rimaste e usciamo alla ricerca di un ristorante…italiano. Abbiamo voglia di cibo famigliare, cibo consolatorio che ci dia la carica. Veniamo accontentati con una carbonara e un risotto ai porcini. Entrambi deliziosi. Io termino con un buon caffè e Gianfranco con una meravigliosa (e sconosciuta) mousse di yogurt con mango. So che era meravigliosa perché l’ho assaggiata.

Buona notte a tutti.


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